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Media: Mostra A.B.M. “Grande guerra, movimenti nelle retrovie"

Ha fatto tappa, nel plesso della secondaria di I grado “Pertini”, il laboratorio itinerante sulla Grande Guerra, curato dall’ABM con il contributo della Regione Veneto.

“Prima Guerra Mondiale, Movimenti nelle retrovie, Occupazioni, migrazioni, emancipazioni”, questo il titolo del lavoro che, attraverso una serie di pannelli tematici e una guida sintetica (una guida che attraverso dati, grafici, immagini e descrizioni di sintesi, offre un quadro generale del conflitto e di quanto esso abbia sconvolto, come mai prima nella storia, la popolazione civile), ha l’obiettivo di gettare uno sguardo sulle “retrovie” dell’evento che cambiò il corso della storia, facendo osservare agli studenti delle scuole bellunesi la guerra del ’14-’18 da un insolito punto di vista.

Il conflitto, infatti, ebbe un peso enorme anche sulla popolazione civile, soprattutto nel Nord-est d’Italia, dove gli eventi bellici condizionarono profondamente la vita di paesi e città, con imponenti fenomeni demografici nelle retrovie e nelle zone prossime al fronte, con carestie, fame, pandemie e paralisi economiche, con lo stretto contatto forzato tra “invasi” e “invasori”, con l’incontro culturale e linguistico tra italiani provenienti da varie regioni, con profondi e decisivi mutamenti sociali, culturali ed economici.

Il laboratorio itinerante ha fatto tappa negli scorsi giorni e resterà a disposizione della nostra scuola, del territorio locale e della comunità fino al 6 Febbraio prossimo.

Il laboratorio si compone anche di un  breve documentario dal titolo “Non capivamo”, nel quale il racconto di un bambino divenuto adulto porta a rivivere il conflitto e la violenta bufera che creò.

Il materiale esposto ripercorre, in una decina di pannelli, i movimenti tra i territori contesi a nord-est (Trentino Alto Adige e  Venezia Gulia compresi nell’impero Astro-Ungarico fino al termine della Guerra) e le retrovie italiane a sud-ovest del fronte (Veneto e Friuli).

Dopo Caporetto il fronte si sposta, 600.000 i profughi civili dei territori occupati sono costretti ad abbandonare per circa un anno le proprie case ed altri 250.000 furono sgomberati dalle autorità militari italiane dai paesi nelle retrovie della sinistra Piave, e molti furono internati in alcuni campi profughi della storia, le cosiddette “case di legno”.

Questa mostra/laboratorio  è stata realizzata grazie al lavoro dell’Associazione Bellunesi Abm e con la collaborazione dell’Archivio di Stato, Biblioteca civica di Belluno, Comune di Seren del Grappa, Associazione ladina del Comelico, Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Museo storico del Trentino, Amico del Popolo, Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’età Contemporanea, Museo Algudnei del Comelico, Museo Civico Storico di Alano di Piave, Museo fotografico della grande guerra di Seren del Grappa,  Museo di Sappada e Museo 7° reggimento Alpini.

Un lavoro condiviso con orgoglio, che fa luce su aspetti della guerra non ben noti, un bagaglio del passato che farà sicuramente  riflettere e conoscere un vissuto che ancora si ripete.